“I piccoli gruppi non funzionano. Piccoli gruppi sono cose che ci inducono a credere che stiamo seriamente facendo discepoli. Il problema è che il 90% dei piccoli gruppi non produce mai un solo discepolo. Aiutano i cristiani a stringere amicizie superficiali, di sicuro. Sono grandi nell’aiutare i cristiani a sentire una tenue connessione con la loro chiesa locale but ma quando si tratta di creare il tipo di discepoli olistici che Gesù immaginava, la decisione della giuria è tornata molto tempo fa – piccoli gruppi non funzionano” – Brian Jones
Le Scritture chiamano ogni credente ad assumersi la responsabilità di coltivare la “crescita dei discepoli” negli altri. Paolo incoraggia gli Efesini a impegnarsi nel ‘dire la verità nell’amore gli uni agli altri’ (4:15). Ciò significa riconoscere che momenti apparentemente insignificanti nelle nostre interazioni quotidiane e opportunità di ministero sono in realtà pieni di significato e pieni di opportunità. Ogni momento, ogni interazione, ogni piccolo o grande raduno di gruppo, ci presenta un’opportunità unica per promuovere il nostro discepolato e il discepolato degli altri.
Se l’obiettivo di ogni ministero è quello di fare discepoli e, cosa più importante, di fare discepoli che fanno discepoli (discepoli che fanno discepoli) allora dobbiamo tornare a due questioni fondamentali:
1. Teologicamente parlando:
Che aspetto ha un discepolo di Cristo, che cosa è un discepolo chiamato a fare/essere?
2. In pratica:
Quali processi e attività o ministeri devono essere messi in atto all’interno dei nostri piccoli gruppi (“o un nome più appropriato potrebbe essere “Gruppi di discepolato”) per raggiungere nel modo più efficace tale obiettivo?